Cosa significa automazione dei processi? Fondamentalmente, significa adottare soluzioni che automatizzano tutte quelle attività ripetitive e noiose che i dipendenti devono svolgere ogni giorno. Queste attività richiedono molto tempo, ma soprattutto impediscono alle persone di concentrarsi su attività più preziose, il che può essere considerato un danno per l’azienda. Utilizzando soluzioni automatizzate come l’automazione dei processi robotici (RPA) e gli strumenti di intelligenza artificiale (IA), è possibile ottenere l’iperautomazione di cui un’organizzazione ha bisogno.
In questo articolo vogliamo concentrarci sull’iperautomazione considerata da Gartner una delle 10 tendenze tecnologiche strategiche dell’anno. Continua a leggere per saperne di più sull’automazione dei processi con l’iperautomazione.
Iperautomazione: che cos’è?
Prima di tutto, dobbiamo iniziare a definire cosa sia l’iperautomazione. Secondo Gartner, l’iperautomazione può essere così definita:
L’iperautomazione è un approccio disciplinato e guidato dal business che le organizzazioni utilizzano per identificare, analizzare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi aziendali e IT. L’iperautomazione prevede l’uso orchestrato di più tecnologie, strumenti o piattaforme, tra cui:
- Intelligenza artificiale (AI)
- Apprendimento automatico
- Architettura software guidata dagli eventi
- Automazione robotica dei processi (RPA)
- Gestione dei processi aziendali (BPM) e suite di gestione intelligente dei processi aziendali (iBPMS)
- Piattaforma di integrazione come servizio (iPaaS)
- Strumenti low-code/no-code
- Software confezionato
- Altri tipi di strumenti di automazione delle decisioni, dei processi e delle attività
Di fatto, l’iperautomazione consente di lavorare in armonia per automatizzare processi aziendali complessi e può essere considerata un mezzo per la trasformazione digitale.
Attraverso la combinazione di RPA con AI e ML (machine learning) è possibile automatizzare quei processi che con la sola RPA sarebbero impossibili, quindi, ad esempio, è possibile automatizzare processi che si basano su input di dati non strutturati. Questo garantisce un vantaggio significativo, perché permette di automatizzare un maggior numero di attività considerando che, secondo uno studio globale, “con una giornata lavorativa di 8 ore come norma globale, il dipendente medio perde 60 ore al mese per attività facilmente automatizzabili”, il che significa 3 ore al giorno trascorse a compilare documenti, inserire dati o compilare report.
Benefici dell’iperautomazione
L’iperautomazione porta diversi vantaggi, IBM riporta alcuni esempi di come questa tecnologia aiuti le organizzazioni:
- Ottenere efficienza automatizzando molti processi aziendali.
- Ottimizzare l’allocazione del flusso di lavoro assicurando che le attività ripetitive siano completate in modo coerente ed efficiente.
- Ridurre i costi utilizzando le tecnologie digitali per automatizzare le attività che altrimenti sarebbero sostituite da mansioni che richiedono un intervento manuale.
- Aumentare l’agilità fornendo informazioni più rapide e ricche per un processo decisionale più accurato.
- Produrre prodotti di qualità superiore con tempi di commercializzazione più rapidi, sfruttando una maggiore intelligenza, una maggiore coerenza e una riduzione degli errori umani.
- Prendere decisioni aziendali migliori, identificare aree di miglioramento e migliorare l’esperienza dei clienti acquisendo più dati e fornendo approfondimenti su di essi.
- Ridurre le competenze tecniche necessarie per configurare e gestire gli strumenti e le soluzioni di automazione.
Inoltre, questi vantaggi sono confermati anche da Gartner, che sostiene che entro il 2024 le organizzazioni ridurranno i costi operativi del 30% combinando le tecnologie di iperautomazione con processi operativi riprogettati. Di conseguenza, è chiaro che l’automazione del processo decisionale operativo sarà di grande impatto per le aziende.
Dove l’iperautomazione ha impatto?
L’adozione dell’iperautomazione è trasversale a molti settori, ad esempio troviamo l’iperautomazione adottata dalle compagnie assicurative, dalle organizzazioni bancarie, dall’ambiente sanitario, dal settore manifatturiero e pubblico o dalle scienze della vita.
Ancora una volta, Gartner afferma che “attualmente molte persone entrano in contatto con i prodotti e le merci prima che esse raggiungano la loro destinazione finale, ma presto fabbriche e aziende agricole automatizzate svolgeranno la maggior parte del lavoro, compresi l’agricoltura, la raccolta, l’imballaggio e la spedizione. Entro il 2025 più del 20% di tutti i prodotti e le merci entreranno in contatto con un essere umano solamente al momento dell’acquisto”. Questo rappresenta una grande innovazione per le industrie che cambieranno completamente l’approccio al ciclo produttivo.
Parlando della futura adozione dell’iperautomazione, Pierfrancesco Manenti, analista vicepresidente della practice Supply Chain di Gartner, afferma che “i membri della Generazione Z (quelli nati tra il 1997 e il 2012) sono cresciuti con le tecnologie digitali, quindi i leader della supply chain di oggi si aspettano che siano innovatori che accelerino la digitalizzazione della supply chain e aprano la strada all’iperautomazione”. Infatti, i più anziani della Gen Z hanno appena iniziato la loro carriera e tra 10 anni saranno i manager della supply chain del futuro.
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